Stanchezza cronica e Fibromialgia.


Nell’ultimo anno mi è capitato di vedere alcuni pazienti i quali mi hanno riferito di soffrire chi di sindrome da stanchezza cronica chi di fibromialgia.

Sono due nomi che non si riferiscono ad una malattia ma ad un quadro di sintomi, la causa dei quali è spesso ignorata.

I casi riscontrati  sono in aumento e si calcola che, in Italia, i soli casi di sindrome da stanchezza cronica siano circa 300.000,

anche se siamo in presenza di un concetto, quello di stanchezza, che non è chiaro. Per chiarezza riporto di seguito la definizione di questa sindrome redatta dall’Associazione Italiana Sindrome da Stanchezza Cronica:

“una fatica cronica persistente per almeno sei mesi che non è alleviata dal riposo, che si esacerba con piccoli sforzi, e che provoca una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personali ed inoltre devono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi presenti per almeno sei mesi: disturbi della memoria e della concentrazione così severi da ridurre sostanzialmente i livelli precedenti delle attività occupazionali e personali; faringite; dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse; cefalea di un tipo diverso da quella eventualmente presente in passato; sonno non ristoratore; debolezza post esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore. Ovviamente devono essere escluse tutte le condizioni mediche che possono giustificare i sintomi del paziente, per esempio ipotiroidismo, epatite B o C cronica, tumori, depressione maggiore, schizofrenia, anoressia nervosa, abuso di sostanze alcoliche ed obesità.”

Questa sindrome non ha relazione con la depressione anche se è normale che una persona, non stando bene, abbia di conseguenza anche qualche sofferenza emotiva. Ad oggi, ufficialmente, non c’è terapia medica che possa guarire in modo completo la malattia anche se si sono potuti notare miglioramenti sia con terapia farmacologica con corticosteroidei, integratori, etc, che modificando lo stile di vita.

Fibromialgia è , invece, una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso e associato a rigidità con indici dell’infiammazione che agli esami risultano essere nella norma. Il dolore è migrante, può cioè cambiare di localizzazione e la somministrazione dei comuni antidolorifici non produce effetto. Oltre al dolore, in questo caso, c’è spesso un disturbo dell’umore e del sonno, il tutto accompagnato da affaticamento cronico.

Le cause esatte di questi quadri sintomatologici sono ancora sconosciute e c’è confusione a riguardo.

Ho osservato, nei casi visti, la presenza costante di “acidosi  metabolica” che può avere sia una causa chimica, dovuta a scorrette abitudini alimentari e all’abuso di farmaci, che psicologica, dovuta a cattive emozioni persistenti o traumi emotivi non superati.

Il corpo deve  mantenere il pH sanguigno costante e, per fare questo, elimina acidi attraverso le urine con la funzione renale. Quando questo non basta il corpo comincia a togliere calcio dai muscoli e dalle ossa per neutralizzare gli acidi formando dei sali. Il primo effetto che si ha è quello di creare, a livello osseo, osteoporosi e, a livello muscolare, deficit di funzione e contrattilità con stanchezza muscolare, dolori, spasmi, crampi, etc..

Anche le situazioni di stress creando una condizione di all’erta creano spasmo e va da sè che uno spasmo prolungato porti a sofferenza muscolare, deficit di circolazione, sofferenza neurologica,etc..

Non dimentichiamo poi che in presenza di problemi posturali con conseguente anomalia di funzione questo quadro risulta amplificato e porta ad una cronicizzazione spesso accompagnata da infiammazione..

Ricordiamo l’importanza della bocca, di una buona salute dentale e di una corretta occlusione senza la quale possono crearsi manifestazioni definite discendenti negli altri distretti corporei. Questa è una situazione frequentissima e alla quale, ahimè, non viene ancora data la giusta importanza.

Detto questo, ritengo che questi quadri sintomatologici possano essere tenuti sotto controllo osservando la persona nella sua globalità. E’ vero che non c’è certezza assoluta ma l’evidenza clinica dimostra che possibili sentieri di cura sono percorribili con successo.

Valete! A presto,

Fausto